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Quando la sua amata governante morì di cancro, Rita decise di diventare una dottoressa.Era particolarmente affascinata dai neuroni (ciò di cui è fatto il nostro cervello), così, dopo la laurea cominciò le sue ricerche in questo campo insieme ad uno straordinario professore di nome Giuseppe Levi e a un gruppo eccezionale di scienziati. Erano nel bel mezzo di un’importante ricerca quando un crudele dittatore promulgò una legge: gli ebrei non potevano lavorare all’università. Rita fuggi in Belgio insieme al professore che era ebreo come lei. Ma quando i nazisti invasero il Belgio, dovette fuggire di nuovo e tornò in Italia. E’ difficile lavorare come scienziata quando devi nasconderti in continuazione e non hai accesso a un laboratorio, ma Rita non si arrese.Trasformò la sua camera in un piccolo laboratorio di ricerca. Affilò gli aghi da cucito per creare strumenti chirurgici e sistemò un piccolo tavolo operatorio di fronte al letto, che usava per dissezionare (aprire lo stomaco per studiarne le cellule ) i polli e studiare le cellule al microscopio.
Quando la sua città fu bombardata, Rita fuggi un’altra volta,e poi  un‘ altra volta ancora.

Di nascondiglio in nascondiglio, tuttavia, qualunque fossero le difficoltà e ovunque si trovasse, continuava a lavorare. Per la sua opera nel campo della neurobiologia, Rita ricevette il premio Nobel per la medicina: la terza persona della sua classe di medicina a ottenere questo risultato!

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